ASSOCIAZIONE AMICI DEL MUSEO PEPOLI  -  Trapani


MUSEO PEPOLI cento anni di storia

 
 

Il Regio Museo Pepoli negli anni del
secondo conflitto mondiale

Leonarda Maria Paladino

 

    I documenti presenti nell’archivio storico-amministrativo del Museo “Agostino Pepoli”, recentemente inventariato, ci danno la portata della fervente attività dell’istituto che si riorganizza durante il periodo fascista, passando giuridicamente in questi anni da Museo Civico a Museo Nazionale grazie al Regio Decreto-Legge 7 agosto 1925, n. 1649.
   Nel 1927 Antonino Sorrentino, direttore per 15 anni, lascerà la direzione del museo trapanese per ragioni di servizio, essendo stato trasferito alla Regia Galleria di Parma dal primo febbraio di quell’anno. Dopo una temporanea reggenza del segretario economo Tommaso Passalacqua, verrà incaricato un nuovo direttore.
    Con lettera autografa del 28 aprile 1927 (Anno V)
1 Carlo Messina, nato a Trapani il 17 novembre 1875, dottore in medicina, comunica al Dottor enrico Brunelli, Ispettore superiore del Ministero della Pubblica Istruzione: «dichiaro che non ho difficoltà ad accettare senza riserve l’onorifico ufficio di Direttore incaricato di questo R. Museo Pepoli mentre prego che non abbia seguito la nomina a Conservatore, ritenendo che essa implichi responsabilità che non può avere chi non ha la consegna effettiva delle collezioni artistiche»2.
    In un secondo momento, l’8 giugno dello stesso anno, verrà nominato conservatore onorario.
    Alla nuova carica verrà ad aggiungersi quella di Ispettore Onorario ai Monumenti e Scavi per la città di Trapani, per Paceco e per l’isola di Favignana, incarico che ad Antonino Sorrentino era stato conferito nel 1913 con regio decreto.
    Gli anni di reggenza del nuovo direttore furono anni di profonda trasformazione politica e sociale dell’Italia, che sotto l’egemonia fascista si preparava all’entrata in guerra, quale alleata della Germania nel secondo conflitto mondiale.
    Il museo trapanese amministrativamente faceva capo alla Regia Soprintendenza alle Gallerie ed opere d’arte della Sicilia, con sede a Palermo, ed al Ministero della Pubblica Istruzione, che dal 1929 prenderà il nome di Ministero dell’educazione Nazionale.
    Negli anni ’30 una rinnovata sensibilità per l’esposizione dei beni artistici nei musei trova la sua espressione nel Primo Congresso Internazionale di Museografia svoltosi a Madrid nell’ottobre del 1934.

 

    Il ministro Tricarico in via preliminare chiederà a tutti i Soprintendenti alle Antichità di redigere una relazione, contenente le informazioni necessarie che riguardano sia i locali che i beni contenuti in ogni sito di interesse storico, per una sorta di mappatura del patrimonio artistico italiano.
    Con una relazione del 3 maggio 1934 il Direttore illustrerà la situazione storica, l’esposizione delle collezioni e la topografia del Museo, menzionando anche l’esistenza di «Quattro ampie sale per la direzione, archivio amministrativo e fotografico e la biblioteca»
3.
    L’anno successivo, Luigi Biagi nell’opera Il R. Museo Pepoli in Trapani
4, commissionata dalla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti di Roma e corredata da ottantaquattro foto, mostrerà tutto il patrimonio artistico posseduto dal museo trapanese. Possiamo oggi dire che questo testo diventa testimonianza del sito museale negli anni dell’era fascista subito prima dello scoppio del secondo conflitto mondiale.
    Carlo Messina riorganizzerà il Museo, in particolare l’archivio corrente, dividendo in serie sia la corrispondenza in entrata, proveniente da altre amministrazioni, che le lettere di risposta in uscita, talora scritte su fogli di carta riciclati per la penuria di cellulosa del periodo. Tutta la sua attività è focalizzata sulla salvaguardia e la tutela del patrimonio artistico sia del Museo, che dei monumenti della città, in quel particolare momento della storia italiana dove tutto ruota sull’emanazione da parte del Governo di provvedimenti idonei all’imminente entrata in guerra dell’Italia.
    Dal 1932 in poi vedremo arrivare le circolari del Ministero dell’educazione Nazionale a dare direttive sulla difesa del patrimonio artistico dagli attacchi aerei in tempo di guerra.
    In una lettera dattiloscritta del 21 ottobre del 1935, indirizzata al Soprintendente di Palermo, così scrive il Direttore: «La protezione dell’istituto bisogna considerarla sotto il duplice aspetto dell’immobile e del materiale mobile e questo di facile sgombro ma di difficile trasporto. L’istituto ubicato al borgo Annunziata sta ad appena 300 metri dalla centrale elettrica e a qualche chilometro dal serbatoio della nafta e dall’acquedotto non lontano dalla guglia del campanile del santuario dell’Annunziata»
5.
    In qualità di Ispettore Onorario ai monumenti di Trapani il Messina identificò altri edifici monumentali, oltre

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